La poliziotta Anna Manni (Asia Argento) viene per due volte rapita e stuprata dal serial killer (Thomas Kretschmann) a cui sta dando la caccia. Riesce a ucciderlo ma ne rimane ossessionata e persino la storia d'amore con il francese Marie (Julien Lambroschini) finirà in tragedia. 

Gli effetti digitali non bastano a dare nuova linfa al cinema di Dario Argento, ormai condannato alla maniera di se stesso. Tecnica usurata (i soliti inutili virtuosismi stilistici), psicologie d'accatto (lo sdoppiamento di personalità veicolato da occhi sbarrati, gemiti e insensate esplosioni di violenza), recitazione abominevole (Asia Argento ci prova e si impegna, affondando nel ridicolo involontario). I fan l'hanno definito uno dei film più “forti” del loro beniamino: di forte c'è soltanto la delusione per un regista vittima di un declino ormai inarrestabile. Inutile confezione patinata con fotografia di Giuseppe Rotunno e musiche di Ennio Morricone.

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