Occhiali neri

Un assassino seriale di prostitute uccide le sue vittime strangolandole: quando il killer attacca Diana (Ilenia Pastorelli), escort di lusso, l'omicidio fallisce ma la donna rimane vittima di un incidente che la priverà della vista. Rita (Asia Argento), una donna che lavora per una comunità a sostegno dei non vedenti, la aiuta ad ambientarsi nella sua nuova vita. L’assassino, però, intanto è ancora a piede libero.

Non è soltanto un ritorno temporale quello di Dario Argento con Occhiali neri, film in cui il regista italiano riprende la macchina da presa a dieci anni di distanza da Dracula 3D: in questa pellicola, infatti, ritornano tematiche, svolte narrative e un vero e proprio stile che rimanda ai suoi celebri thriller degli anni Settanta e Ottanta. Si apre con un incipit efficace Occhiali neri, un prodotto che vive di buon ritmo e di una discreta tensione, grazie alla cura di un montaggio che ha tempi incisivi e per un’estetica che, fatta eccezione per qualche sequenza grossolana (pessima quella dei serpenti d’acqua), segna un passo avanti piuttosto netto rispetto a tutti i film firmati da Argento negli anni 2000. Peccato che la seconda parte cada a causa di un copione poco credibile e scritto frettolosamente, oltreché vittima di diverse banalità narrative di troppo (gli stereotipi presenti nella sceneggiatura non si contano). Rispetto però ai già citati lungometraggi dei vent’anni precedenti, si sente un impegno maggiore e un desiderio un po’ vintage di ritrovare lo spirito che ha reso grande il cinema di Argento con i suoi esordi: il tentativo è riuscito a metà, ma lo sforzo è apprezzabile e i fan del regista di Profondo rosso e Suspiria apprezzeranno. Presentato nella sezione Berlinale Special Gala del Festival di Berlino 2022.