L'americana Rose Elliot (Irene Miracle) entra in possesso di un libro scritto da un architetto alchimista e incentrato sulle Tre Madri (Mater Suspiriorum, Mater Lacrimarum, Mater Tenebrarum), sorta di demoni che dimorano rispettivamente a Friburgo, Roma e New York. Il suo assassinio coinvolgerà nella vicenda il fratello Mark (Leigh McCloskey).

Secondo capitolo della “Trilogia delle Madri” ispirata al Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey, Inferno è un puro delirio visivo nel quale i passaggi logici e narrativi sono volutamente ignorati a favore di un'atmosfera cupa e angosciante. Dario Argento trascura la sceneggiatura per dedicarsi alla realizzazione di sequenze oniriche e surreali (l'orribile e assurda morte di Sacha Pitoëff) e scenografie labirintiche (i sotterranei del palazzo in cui abita Rose) e colpisce nel segno, creando un universo immaginifico morboso e ipnotico. Cast variegato e discretamente in forma; peccato per il gran finale che scade nel puro kitsch, tradendo aspettative ben più alte. Leopoldo Mastelloni è il maggiordomo John, Alida Valli (già in Suspiria del 1977) è la portinaia Carol. Eccessiva ma coerente la colonna sonora di Keith Emerson degli Emerson, Lake & Palmer.
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