Il dottor Goldfoot (Vincent Price) tenta nuovamente di prendere il controllo del mondo: questa volta il suo delirio di onnipotenza lo porta a creare una serie di robot dalle sembianze femminili, pronti a esplodere di fronte ai massimi rappresentanti delle potenze mondiali. Spera che la sua idea sia soltanto l'inizio di una guerra tra Usa e Urss, ma un agente segreto (Fabian) è sulle sue tracce.

Parodia raffazzonata e grossolana che prende di mira gli spy-movie del periodo: dai titoli della serie di James Bond a La spia che venne dal freddo (1965) di Martin Ritt, esplicitamente preso in giro sin dal titolo. Questa volta Mario Bava non riesce a sopperire alle lacune del budget e firma un prodotto incolore, poco divertente e del tutto superfluo. Vincent Price – che aveva già interpretato il dr. Goldfoot in un film di Norman Taurog dell'anno precedente – è fuori parte, così come totalmente inadeguati risultano Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nel ruolo di due strampalati pasticcioni decisi a lavorare nel mondo dello spionaggio.
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