Le strade del sud
Les routes du sud
Durata
100
Formato
Regista
Fuggito dalla Spagna per la sua militanza anti-franchista, Jean Larrea (Yves Montand) vive agiatamente in Francia lavorando come sceneggiatore con la moglie Eva (France Lambiotte) ed entrambi spalleggiano la resistenza al regime in madrepatria. Quando lei muore in un incidente automobilistico durante una missione in terra iberica, i rapporti tra Jean e il figlio diciottenne Lorenzo (Laurent Malet) precipitano: si scatenano contrasti e competizioni sul fronte politico, professionale e sentimentale, a causa di Julia (Miou Miou), la bella amica del ragazzo.
Per raccontare, come di consueto, l'inadeguatezza di un uomo di fronte alla società (e alla propria vita) che cambia, Losey stavolta si ispira a La guerra è finita (1966) di Alan Resnais (da cui mutua l'attore protagonista e lo sceneggiatore Jorge Semprùn), mettendo anche mano al copione insieme alla moglie Patricia. Il confronto non è però proponibile, perché l'ambientazione e la troppo scoperta tematica politica non si addicono al regista che gira in maniera prevedibile e quasi svogliata, come forse mai nella sua carriera. Le tematiche e il carattere dei personaggi sono inutilmente involuti e, per far procedere una storia altrimenti sonnolenta, il ricorso a colpi di scena e drammatici eventi è macchinoso quando non telefonato. Persino la confezione lascia a desiderare, sciatta e priva di brio registico. Cast professionale, ma nulla più: nel complesso una pellicola di pura routine. Il che, considerato il soggetto, è un limite non da poco.
Per raccontare, come di consueto, l'inadeguatezza di un uomo di fronte alla società (e alla propria vita) che cambia, Losey stavolta si ispira a La guerra è finita (1966) di Alan Resnais (da cui mutua l'attore protagonista e lo sceneggiatore Jorge Semprùn), mettendo anche mano al copione insieme alla moglie Patricia. Il confronto non è però proponibile, perché l'ambientazione e la troppo scoperta tematica politica non si addicono al regista che gira in maniera prevedibile e quasi svogliata, come forse mai nella sua carriera. Le tematiche e il carattere dei personaggi sono inutilmente involuti e, per far procedere una storia altrimenti sonnolenta, il ricorso a colpi di scena e drammatici eventi è macchinoso quando non telefonato. Persino la confezione lascia a desiderare, sciatta e priva di brio registico. Cast professionale, ma nulla più: nel complesso una pellicola di pura routine. Il che, considerato il soggetto, è un limite non da poco.