
Eva
Eva
Durata
116
Formato
Regista
Tyvian Jones (Stanley Baker) è un mediocre scrittore gallese che ha raggiunto la fama con un romanzo al limite del plagio. Mentre si trova a Venezia con la moglie italiana Francesca (Virna Lisi), cede sempre più al fascino di Eve Olivier (Jeanne Moreau), una prostituta d'alto bordo. Mentre lei si annoia presto della nuova avventura, l'uomo cade in una spirale autodistruttiva.
Portando sullo schermo il romanzo Eve di James Hadley Chase, Joseph Losey (che fu consigliato alla produzione da Baker) gira forse la sua pellicola più “continentale”, complice la produzione fanco-italiana, nella quale riesce a restituire un ambiente decadente e vuoto come le persone che lo animano. La metafora dell'uomo di bassa estrazione strangolato da una società cui non appartiene, e alla quale accede quasi con l'inganno, è esplicita e disturbante. Jeanne Moreau, impareggiabile dark lady sfuggente e crudele, ammantata di una sensualità appena volgare (come nella sequenza del bagno), si staglia nella memoria già dopo la prima visione. Per Baker, alla terza apparizione consecutiva da protagonista in un film di Losey, è l'occasione per adattare a un altro ruolo il suo volto da gallese purosangue. Un film imperfetto e forse autoindulgente, la cui complessità tematica assume i tratti di un rituale anestetizzante a causa del ritmo deliberatamente lento. Ostico ma imperdibile. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia.
Portando sullo schermo il romanzo Eve di James Hadley Chase, Joseph Losey (che fu consigliato alla produzione da Baker) gira forse la sua pellicola più “continentale”, complice la produzione fanco-italiana, nella quale riesce a restituire un ambiente decadente e vuoto come le persone che lo animano. La metafora dell'uomo di bassa estrazione strangolato da una società cui non appartiene, e alla quale accede quasi con l'inganno, è esplicita e disturbante. Jeanne Moreau, impareggiabile dark lady sfuggente e crudele, ammantata di una sensualità appena volgare (come nella sequenza del bagno), si staglia nella memoria già dopo la prima visione. Per Baker, alla terza apparizione consecutiva da protagonista in un film di Losey, è l'occasione per adattare a un altro ruolo il suo volto da gallese purosangue. Un film imperfetto e forse autoindulgente, la cui complessità tematica assume i tratti di un rituale anestetizzante a causa del ritmo deliberatamente lento. Ostico ma imperdibile. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia.