Submarino
Submarino
Durata
105
Formato
Regista
Nick (Jakob Cedergren) e suo fratello minore (Peter Plaugborg) hanno sempre dovuto badare a se stessi, non potendo contare su una madre alcolizzata. In seguito a una negligenza, il fratellino neonato dei due muore, un dramma che accompagnerà Nick e suo fratello anche nella vita adulta: il primo diventa un tipo solitario e violento, il secondo un tossicodipendente con un figlio a carico (Gustav Fischer Kjærulff). La morte della madre porterà i due fratelli a rincontrarsi e fare il punto sulle loro rispettive esistenze.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Jonas T. Bengtsson, il film che segna la definitiva svolta post-Dogma di Vinterberg. In questo caso il regista danese utilizza uno stile asciutto ed essenziale, concedendosi solo qualche piccolo vezzo estetizzante ma funzionale, come nella sequenza che apre e chiude il film, o nell'incorniciare i volti emblematici dei protagonisti su sfondo nero. I due fratelli galleggiano, vivono il presente quasi per forza d'inerzia, non hanno prospettive per il futuro e sono appesantiti da un passato che non li ha mai abbandonati e che sembra sempre sul punto di ripresentarsi seppure in forma leggermente diversa. Ma la narrazione è paradossalmente troppo in simbiosi con queste due anime ferite e annaspanti, non riuscendo mai a rendere interessanti le vicende dei protagonisti, appiattendosi su un'idea di messa in scena profondamente realista ma tutto sommato anonima e incapace di vitalizzare un racconto fin troppo asettico e prevedibile. Le buone intenzioni non mancano, ma è palese una carenza di idee di fondo (a parte il mix di piani temporali e le due storie che si sviluppano in maniera parallela prima d'incontrarsi) capaci di riscattare e rendere appetibile un prodotto mediocre e innocuo. Inedito in Italia.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Jonas T. Bengtsson, il film che segna la definitiva svolta post-Dogma di Vinterberg. In questo caso il regista danese utilizza uno stile asciutto ed essenziale, concedendosi solo qualche piccolo vezzo estetizzante ma funzionale, come nella sequenza che apre e chiude il film, o nell'incorniciare i volti emblematici dei protagonisti su sfondo nero. I due fratelli galleggiano, vivono il presente quasi per forza d'inerzia, non hanno prospettive per il futuro e sono appesantiti da un passato che non li ha mai abbandonati e che sembra sempre sul punto di ripresentarsi seppure in forma leggermente diversa. Ma la narrazione è paradossalmente troppo in simbiosi con queste due anime ferite e annaspanti, non riuscendo mai a rendere interessanti le vicende dei protagonisti, appiattendosi su un'idea di messa in scena profondamente realista ma tutto sommato anonima e incapace di vitalizzare un racconto fin troppo asettico e prevedibile. Le buone intenzioni non mancano, ma è palese una carenza di idee di fondo (a parte il mix di piani temporali e le due storie che si sviluppano in maniera parallela prima d'incontrarsi) capaci di riscattare e rendere appetibile un prodotto mediocre e innocuo. Inedito in Italia.