
Un monologo teatrale filmato nel quale Spalding Gray, ridotto in condizioni di assoluta prostrazione, narra della sua fallimentare attività di attore in preda agli eccessi, all'alcol e alle droghe sul set di Urla del silenzio (1984) di Roland Joffé. Si ripercorre anche l'invasione Usa della Cambogia ai danni dei khmer rossi e altri orrori della politica estera americana.
Jonathan Demme realizza una curiosa operazione in cui lo one-man show di una presenza attoriale piuttosto carismatica tesse insieme la storia e la Storia, la ritrattistica privata e lo sguardo più ampio da gettare su problematiche di ordine politico, militare e sociale. Il tentativo è interessante anche se irrimediabilmente sorpassato sotto il profilo formale, e in più di un punto il tono adottato somiglia a una fastidiosa forma di imbonimento che un po' imprigiona e ancor meno interessa. Più un pamphlet trattato con gli strumenti del cinema che cinema vero e proprio, con qualche piccola idea sparsa ma rara capacità di convincere davvero.
Jonathan Demme realizza una curiosa operazione in cui lo one-man show di una presenza attoriale piuttosto carismatica tesse insieme la storia e la Storia, la ritrattistica privata e lo sguardo più ampio da gettare su problematiche di ordine politico, militare e sociale. Il tentativo è interessante anche se irrimediabilmente sorpassato sotto il profilo formale, e in più di un punto il tono adottato somiglia a una fastidiosa forma di imbonimento che un po' imprigiona e ancor meno interessa. Più un pamphlet trattato con gli strumenti del cinema che cinema vero e proprio, con qualche piccola idea sparsa ma rara capacità di convincere davvero.