Tideland – Il mondo capovolto
Tideland
Durata
120
Formato
Regista
Texas. Dopo la morte per overdose della madre, Jeliza Rose (Jodelle Ferland) si trasferisce in una casa di compagna con il padre (Jeff Bridges), anche lui tossico. Lentamente, mentre il genitore sprofonda nella totale dipendenza dagli stupefacenti, Jeliza Rose entra in contatto con un mondo fantastico, a metà tra realtà e finzione.
Girato con finanziamenti canadesi e tratto dal romanzo omonimo di Mitch Cullin, il film è stato distribuito in America con un anno di ritardo e in Italia solo nel 2007. Senza dubbio ardito, per come tratta temi scabrosi e scioccanti come la pedofilia, la necrofilia e la droga (l'inizio, con la bambina che prepara l'eroina ai genitori, è davvero disturbante) con un registro sghembo e quasi favolistico, Tideland – Il mondo capovolto riesce nell'obiettivo (dichiarato dal regista) di voler raccontare una storia scioccante agli occhi di un adulto, dal punto di vista innocente e puro di un bambino. Se non fosse per una sceneggiatura terribilmente monocorde (firmata da Tony Grison e Gilliam stesso) e non priva di numerosi strafalcioni, sarebbe stato da annoverare tra le opere più libere e ardite della filmografia dell'ex Monty Python e, forse, di molto cinema degli anni zero.
Girato con finanziamenti canadesi e tratto dal romanzo omonimo di Mitch Cullin, il film è stato distribuito in America con un anno di ritardo e in Italia solo nel 2007. Senza dubbio ardito, per come tratta temi scabrosi e scioccanti come la pedofilia, la necrofilia e la droga (l'inizio, con la bambina che prepara l'eroina ai genitori, è davvero disturbante) con un registro sghembo e quasi favolistico, Tideland – Il mondo capovolto riesce nell'obiettivo (dichiarato dal regista) di voler raccontare una storia scioccante agli occhi di un adulto, dal punto di vista innocente e puro di un bambino. Se non fosse per una sceneggiatura terribilmente monocorde (firmata da Tony Grison e Gilliam stesso) e non priva di numerosi strafalcioni, sarebbe stato da annoverare tra le opere più libere e ardite della filmografia dell'ex Monty Python e, forse, di molto cinema degli anni zero.