El Topo
El Topo
Durata
125
Formato
Regista
Il cavaliere solitario dai poteri semidivini El Topo (Alejandro Jodorowsky) sconfigge alcuni banditi in un deserto innominato, abbandona il figlio (Brontis Jodorowsky) costringendolo a farsi prete e parte con Mara (Mara Lorenzio) per sconfiggere i quattro pistoleri più temibili del deserto, veloci e forti a causa di anni di allenamento spirituale.
Il secondo lungometraggio di Alejandro Jodorowsky (qui anche attore, scenografo, compositore della colonna sonora e costumista) è il film che ha legittimato il suo status di regista di culto: El Topo è uno dei più importanti, influenti e surreali lungometraggi underground degli anni '70. Tra i più emblematici esempi del sottogenere "acid western", El topo combina efficacemente simbolismi religiosi (soprattutto cristiani), riferimenti allo spiritualismo e alla filosofia orientale, grottesche allegorie della situazione politica cilena, cromatismi da spaghetti-western, stranianti incursioni parodistiche, erotismo respingente, iperboli violente e grandguignol animalesco, primitivo e isterico. Esplicitamente diviso in due parti: la prima, surreale in senso crudo ed etereo, allegorico; la seconda, più difficile da seguire nel particolare, si avvicina a un'umile storia d'amore scarnificata con la cadenza di una preghiera disperata ma ottimista. Il risultato è debordante, ipnotico, spesso irresistibile. Misteriosa nelle sue enigmatiche evocazioni semantiche, quasi sempre indecifrabile, l'esoterica opera di Jodorowsky era il film preferito di John Lennon, il quale lo pubblicizzò e lo distribuì in America, spianandogli la strada verso il mondo del fumetto e della letteratura. Analizzarlo non è semplice, ma il fascino di El Topo è altissimo e rimanere indifferenti è quasi impossibile.
Il secondo lungometraggio di Alejandro Jodorowsky (qui anche attore, scenografo, compositore della colonna sonora e costumista) è il film che ha legittimato il suo status di regista di culto: El Topo è uno dei più importanti, influenti e surreali lungometraggi underground degli anni '70. Tra i più emblematici esempi del sottogenere "acid western", El topo combina efficacemente simbolismi religiosi (soprattutto cristiani), riferimenti allo spiritualismo e alla filosofia orientale, grottesche allegorie della situazione politica cilena, cromatismi da spaghetti-western, stranianti incursioni parodistiche, erotismo respingente, iperboli violente e grandguignol animalesco, primitivo e isterico. Esplicitamente diviso in due parti: la prima, surreale in senso crudo ed etereo, allegorico; la seconda, più difficile da seguire nel particolare, si avvicina a un'umile storia d'amore scarnificata con la cadenza di una preghiera disperata ma ottimista. Il risultato è debordante, ipnotico, spesso irresistibile. Misteriosa nelle sue enigmatiche evocazioni semantiche, quasi sempre indecifrabile, l'esoterica opera di Jodorowsky era il film preferito di John Lennon, il quale lo pubblicizzò e lo distribuì in America, spianandogli la strada verso il mondo del fumetto e della letteratura. Analizzarlo non è semplice, ma il fascino di El Topo è altissimo e rimanere indifferenti è quasi impossibile.