La famiglia Picciafuoco, decisa a riconquistare fama e ricchezze, propone la santificazione di una delle sue donne, fedele osservante dei principi cattolici e barbaramente massacrata da uno dei suoi cinque figli. A essere maggiormente coinvolto nel processo di canonizzazione è Ernesto (Sergio Castellitto), un altro dei figli della donna, pittore ateo che, inizialmente tenuto in disparte dalla scelta della famiglia, entra in contatto con le autorità predisposte a santificare la madre e con la misteriosa insegnante di religione del figlio.

Marco Bellocchio, raggiunta ormai la piena maturità artistica, firma il suo film più completo: un illuminato trattato su ateismo e cristianità visti come credenze non necessariamente antitetiche, ma dilaniate dagli stessi dubbi, dalle medesime insicurezze, da molteplici contraddizioni. L'ora di religione libera la sua forza nei sorrisi messi in discussione più volte durante il film, e nella precaria sicurezza delle immagini imposte alla nostra vista in quanto rappresentative di una pertinenza assoluta al reale. La bestemmia liberatoria e dolente del fratello Egidio (Donato Placido), che impregna il momento narrativamente più delicato e toccante, il dialogo con la zia Maria (una strepitosa Piera Degli Esposti) ipocrita ma mai meschinamente “giudicata” e la battuta «innamorarmi è la più grande professione d'ateismo che mi possa permettere» sono le ulteriori gemme di un'opera confessionale e confessata, laica e fedelissima, incredibilmente vivida e potente. Splendida la confezione, in cui svetta la fotografia caravaggesca di Pasquale Mari. Alcuni dei quadri di Ernesto sono opera dello stesso Marco Bellocchio. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2002, il film ha ricevuto una menzione speciale della giuria ecumenica. David di Donatello come miglior attrice non protagonista a Piera Degli Esposti, Nastri d'Argento per il miglior regista, miglior soggetto e miglior attore (Castellitto). La bestemmia pronunciata da Egidio ha portato il film a uscire nelle sale con il divieto per i minori di 14 anni. Noto anche con il titolo Il sorriso di mia madre.


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