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I tre della croce del Sud
Donovan's Reef
Durata
109
Formato
Regista
L'ereditiera Amelia Dedham (Elizabeth Allen) si reca in una remota isola del Pacifico per incontrare il padre mai conosciuto (Jack Warden). Gli amici Mike “Guns” Donovan (John Wayne) e Gilhooley (Lee Marvin) le nascondono che l'uomo ha avuto tre figli da una principessa indigena. Tra equivoci e sotterfugi, sboccia inevitabilmente l'amore tra Amelia e Donovan.
Ultima commedia di John Ford, che trasferisce in una location paradisiaca dei Mari del Sud (l'immaginaria Haleakaloha, ricostruita nell'hawaiiana Kauai) temi a lui cari come la famiglia, il cameratismo tra commilitoni, il richiamo alle origini irlandesi. In questa Polinesia felicemente multietnica dove le scazzottate fra amici assumono l'importanza di un rito, si inserisce l'“estranea” Amelia, in fondo vera protagonista del film. Tra toni alla screwball comedy ed esotismo scanzonato da “film vacanza”, a questa sorta di rivisitazione di La bisbetica domata manca la freschezza del migliore Ford, mentre Wayne è amabile ma troppo anziano per la parte. Per certi versi il film è speculare a Un uomo tranquillo (1952) dello stesso regista, ma decisamente inferiore, per quanto godibile nelle scene più comiche. Secondo molti intrisa di umorismo misogino, l'opera è d'altra parte leggibile anche come un racconto di formazione femminile.
Ultima commedia di John Ford, che trasferisce in una location paradisiaca dei Mari del Sud (l'immaginaria Haleakaloha, ricostruita nell'hawaiiana Kauai) temi a lui cari come la famiglia, il cameratismo tra commilitoni, il richiamo alle origini irlandesi. In questa Polinesia felicemente multietnica dove le scazzottate fra amici assumono l'importanza di un rito, si inserisce l'“estranea” Amelia, in fondo vera protagonista del film. Tra toni alla screwball comedy ed esotismo scanzonato da “film vacanza”, a questa sorta di rivisitazione di La bisbetica domata manca la freschezza del migliore Ford, mentre Wayne è amabile ma troppo anziano per la parte. Per certi versi il film è speculare a Un uomo tranquillo (1952) dello stesso regista, ma decisamente inferiore, per quanto godibile nelle scene più comiche. Secondo molti intrisa di umorismo misogino, l'opera è d'altra parte leggibile anche come un racconto di formazione femminile.
