Il serpente e l'arcobaleno

Dennis Alan (Bill Pullman), esperto di antropologia, si reca ad Haiti su commissione di una industria farmaceutica, allo scopo di indagare su alcuni strani fenomeni di morte apparente. Entrato in contatto con il mondo voodoo e le superstizioni locali, scoprirà una realtà ben più inquietante e pericolosa.

Wes Craven, ispirato dal libro The Serpent and the Rainbow dell'antropologo e ricercatore Wade Davis, mette da parte l'horror tradizionale per addentrarsi nel mondo rituale e magico dei riti voodoo centroamericani. Un film costruito su diversi elementi (forse troppo eterogenei), ma sviluppato in maniera coerente: l'uso della superstizione come strumento di controllo politico/sociale, il soprannaturale, l'elemento tipicamente horror dello zombie, qui presente nel suo archetipo (ossia il "non morto" che secondo la tradizione voodoo può essere riportato in vita e controllato). A discapito della tortuosità della vicenda, Craven riesce a catturare l'attenzione grazie a sequenze visivamente potenti e affascinanti, che descrivono per lo più le visioni delle quali è vittima il protagonista. Pellicola insolita, non per tutti i gusti ma comunque originale. I suoni gutturali emessi dalle creature che tormentano i momenti onirici di Bill Pullman sono prestati dalla cantante e performer statunitense Diamanda Galas. Sceneggiatura di Richard Maxwell e Adam Rodman, musiche di Brad Fiedel.