Antonio (Vincenzo Musolino) è un ventenne su cui grava la responsabilità economica della sua famiglia: la madre (Filomena Russo) è vedova e con il vizio del gioco, mentre una delle sue cinque sorelle (Carmela Cirillo) sta per sposarsi e necessita di una dote. Come se non bastasse, Antonio è innamorato di Carmela (Maria Fiore) ma non può' diventare suo marito a causa delle ristrettezze finanziarie.

Terzo e ultimo episodio della “trilogia della gente povera” di Renato Castellani (i capitoli precedenti furono Sotto il sole di Roma del 1948 e È primavera… del 1950), Due soldi di speranza è senza dubbio il film più solido del trittico, da molti considerato come capostipite del Neorealismo rosa. Un'opera più che gradevole ed estremamente piacevole, con la quale il regista ligure si conferma solido narratore riuscendo a mettere efficacemente in immagini una storia semplice e imprimendo un ritmo sempre incalzante senza omettere un pudico sguardo verso le reazioni dei personaggi. La vicenda prende spunto da una base drammatica, ma Castellani insiste nel trattare il tutto con leggerezza e positività. Si ride durante la visione e, alla fine, ciò che più rimane impresso nel cuore è un sentimento di ottimismo genuino e spontaneo. Senza mai cadere nello stereotipo, il cineasta si diverte a parlare di povertà e di coraggio che, insieme a un tocco di amore, sono sicuramente un'ottima ancora di salvataggio per tutti. Grand Prix du Festival (ex aequo con Otello di Orson Welles) e Premio OCIC al Festival di Cannes.
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