Jona che visse nella balena
1993
Paesi
Italia, Francia, Ungheria
Generi
Drammatico, Storico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Roberto Faenza
Attori
Jean-Hugues Anglade
Juliet Aubrey
Jenner Del Vecchio
Luke Petterson
Durante la Seconda guerra mondiale, Jona (Luke Petterson) vive ad Amsterdam con i suoi genitori, Hanna (Juliet Aubrey) e Max (Jean-Huhues Anglade). Sono ebrei e, quando l'Olanda viene occupata, subiscono le discriminazioni previste dalla legge per poi essere deportati in un campo di concentramento. Jona (Jenner Del Vecchio) cresce insieme alla madre, separato dal padre, costretto ad adattarsi alle regole del luogo di prigionia e alle prepotenze dei ragazzi più grandi. Ebreo non credente (come si è lui stesso dichiarato), Faenza si confronta con una delle ferite più strazianti del Novecento: l'Olocausto. Tratto dal libro autobiografico di Jona Oberski Anni d'infanzia, il film mostra le vessazioni razziste e la vita in un campo di concentramento attraverso gli occhi di un bambino. L'originalità di quest'opera non sta solo nella prospettiva offerta, ma anche nel raccontare le difficoltà di un ritorno a una vita normale: per il protagonista si tratta di una rinascita, come il profeta Giona costretto a vivere nello stomaco di una balena, ma capace poi di uscirne. Il regista segue le vicende del bambino con uno stile asciutto, senza inutili fronzoli, ma allo stesso tempo non preclude la possibilità di emozionarsi, mantenendo un'attenzione delicata e sensibile. Uno dei migliori risultati della carriera del regista torinese, capace di restituire, una volta tanto, la forza della pagina scritta. I cedimenti alla facile retorica sono sempre dietro l'angolo, ma vengono (quasi sempre) tamponati con discreto mestiere. Tre David di Donatello: regia, costumi e colonna sonora (Ennio Morricone).
Maximal Interjector
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