Qua la mano picchiatello

In profonda crisi depressiva, dopo numerosi tentativi di suicidio andati a vuoto, l'imbranato Warren Nefron (Jerry Lewis) si confessa al suo psichiatra, il dottor Pletchick (Herb Edelman), raccontandogli tutti i suoi problemi, partendo dall'infanzia. Lo psichiatra decide di curare Warren con l'ipnosi e ha successo. La cura però ha una notevole controindicazione: i problemi di Warren sono stati ereditati in toto dal dottor Pletchick.

Ultima regia di Jerry Lewis per una stanca riproposizione di una macchietta che sembra non avere più molto da dire. I momenti brillanti non mancano ma sono tenui bagliori che rivitalizzano in modo estemporaneo il grigiore di una confezione mesta e dimenticabile. La forza inventiva di Lewis è ormai un pallido ricordo, la regia è piatta e anonima e le trovate sono molto meno brillanti di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Opera malinconica che cerca di raccontare l'anomalia rispetto alle convenzioni come condizione esistenziale che eleva dalla mediocrità del conformismo, mostrando come idiozia e senso di inadeguatezza siano tratti distintivi in ciascun essere umano. Ma i sottotesti sono trattati in maniera sbrigativa e superficiale, la verve comica è annacquata e l'istrionismo di Lewis qui mostra la sua faccia più manieristica e debole. Cammei d'eccezione per Sammy Davis Jr., Dick Butkus, e Milton Berle. Il film uscì solo in Europa (senza riscuotere particolare successo), mentre in America fu distribuito in VHS e via cavo.