Tre sul divano

L'artista Christopher Pride (Jerry Lewis) riceve una sovvenzione per trasferirsi a Parigi. L'uomo vorrebbe prima sposare la sua fidanzata, la psicologa Elizabeth Acord (Janet Leigh), e poi trasferirsi in Europa. Elizabeth però non se la sente di abbandonare i suoi pazienti, specie tre ragazze con gravi problemi emotivi e insicurezze affettive. Christopher decide allora di intervenire in prima persona per restituire un po' di autostima alle ragazze, ma la situazione gli sfugge presto di mano.

Commedia sofisticata in cui Jerry Lewis interpreta ben cinque ruoli e dà ampio sfoggio delle sue straordinarie doti di interprete versatile e trasformista. Sebbene l'inizio sia abbastanza macchinoso, il film cresce alla distanza, man mano che le gag si fanno sempre più articolate e irresistibili grazie alla consueta inventiva comica e alla capacità dell'attore e regista di giocare con le immagini, risultando quasi sempre brillante nelle trovate visive e nelle scenette farsesche. Critica neanche troppo velata nei confronti della psicoanalisi intesa come vera e propria dipendenza bidirezionale (le tre pazienti non possono fare a meno della loro dottoressa, così come il personaggio interpretato da Janet Leigh appare fin troppo legata alle tre ragazze) e interessante riflessione sulle fragilità umane in una società dove l'apparenza è tutto e la ricerca di affettività viene sostanzialmente svalorizzata. Non tutto funziona alla perfezione (il finale, ad esempio, è decisamente sbrigativo, mentre alcuni personaggi di contorno non sono adeguatamente delineati), ma rimane un intrattenimento intelligentemente divertente.