Silence
Silence
2016
Paesi
Messico, Taiwan, Usa
Genere
Drammatico
Durata
161 min.
Formato
Colore
Regista
Martin Scorsese
Attori
Andrew Garfield
Adam Driver
Liam Neeson
Tadanobu Asano
Shin'ya Tsukamoto
Ciarán Hinds
Issei Ogata


Giappone, prima metà del XVII secolo. Padri gesuiti portoghesi perseguitati per il proprio credo religioso, Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) e Francisco Garupe (Adam Driver) partono per un impervio viaggio alla ricerca del loro mentore scomparso Cristóvão Ferreira (Liam Neeson), unitosi ai giapponesi dopo essere stato costretto a rinnegare la propria fede per volere dello spietato Inoue (Issei Ogata), che cerca di far abiurare i cristiani con brutali pratiche di tortura.

A tre anni da The Wolf of Wall Street (2013), Martin Scorsese torna dietro la macchina da presa con un progetto che vede la luce dopo una gestazione di quasi venticinque anni. Tratto dal romanzo Silenzio (1966) di Shūsaku Endō, Silence è un potente dramma storico che, partendo dalla chiusura nei confronti del mondo esterno del Giappone nel periodo Tokugawa (1603-1868), indaga con lucida profondità le contraddizioni della fede, l'imperscrutabile volontà divina, l'incomunicabilità, l'incapacità di conciliare culture diverse, il silenzio di Dio di fronte alle sofferenze umane. Un film profondamente spirituale sulla Parola (spesso negata) e sull'Immagine (calpestata come gesto simbolico di rinnegamento della propria identità), in cui umano e divino si specchiano l'uno nell'altro e l'iconografia cristiana si palesa di fronte agli occhi ma sfugge a ogni comprensione. Centrale nella vicenda la parabola cristologica di Padre Rodrigues, punito per la sua Hybris e per la sua pretesa di comprendere la Verità in un mondo in cui non si può fare altro che stare a guardare, smarriti, ciò che ci circonda. Umanissimo è anche il modo in cui vengono trattati i cristiani giapponesi, tra i quali svetta la notevole prova del regista Shin’ya Tsukamoto. La densa sceneggiatura di Scorsese e Jay Cocks, che già aveva collaborato con il regista newyorkese per L'età dell'innocenza (1993) e Gangs of New York (2002), e la solenne staticità della messa in scena, spezzata dalla ritualità del sacrificio, richiamano il grande cinema giapponese classico (impossibile non pensare a Kenji Mizoguchi in alcune sequenze). Un'opera impervia, di notevolissimo spessore cinematografico, priva di inutili virtuosismi tecnici, che si insinua sempre più nello spettatore anche grazie a una progressione drammaturgica davvero esemplare. Ottimo Andrew Garfield, in un ruolo che vale un'intera carriera. Girato in pellicola 35mm, ad eccezione di qualche scena con condizioni di luce proibitive. Fotografia di Rodrigo Prieto, scene e costumi di Dante Ferretti.


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