Il partigiano delle borgate romane Alvaro Cosenza detto "Il Gobbo" (Gérard Blain), noto per atti di violenza nei confronti dei nazifascisti, s'innamora di Ninetta (Anna Maria Ferrero), giovane figlia del commissario Moretti (Ivo Garrani). Dopo la liberazione alleata di Roma nel 1944, Cosenza si darà alla macchia, intraprendendo una pericolosa esistenza malavitosa.

Veridicità storica e necessaria finzione s'intrecciano nella pellicola di Carlo Lizzani, ispirata ai reali fatti che videro protagonista, nell'immediato dopoguerra, il malvivente delle borgate romane Giuseppe Albano, soprannominato il "gobbo del Quarticciolo", prima partigiano e in seguito dedito a una vita di brigantaggio. Opera dall'impronta neorealista, che si concentra su fatti e personaggi di contorno in un contesto storico confuso e contraddittorio, il film pecca di eccessivi toni melodrammatici nel descrivere la storia d'amore tormentata fra Cosenza e Ninetta e si adagia su stereotipi romaneschi nel tratteggiare i personaggi secondari, tra i quali un giovane Pier Paolo Pasolini (Monco). Apprezzabili, invece, il coraggio con cui Lizzani suggerisce, pur celandolo, lo stupro ai danni di Ninetta e il gusto esplicito nell'inscenare la morte del commissario Moretti nella desolazione della borgata. Ma, purtroppo, non basta per convincere fino in fondo. Scritto dal regista con Tommaso Chiaretti e Luciano Vincenzoni; Elio Petri contribuì alla stesura del soggetto. Colonna sonora di Piero Piccioni.
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