Avere vent'anni
Durata
94
Formato
Regista
Tina (Lilli Carati) e Lia (Gloria Guida) sono giovani, belle e disinibite e, zaino in spalla, viaggiano alla ricerca del brivido e della libertà. Finiranno in una comune romana, centro di smistamento per traffici di droga, gestita dal “Nazariota” (Vittorio Caprioli) e, dopo vari incontri con bizzarri personaggi, concluderanno tragicamente la loro esistenza.
«Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita». La citazione dallo scrittore francese Paul-Yves Nizan ben si adatta al tono tragico di un film disturbante e controverso, diretto e sceneggiato da Fernando Di Leo. Il regista, uscendo coraggiosamente dagli schemi precostituiti della commedia sexy all'italiana, ne sfrutta le due dive per eccellenza (Gloria Guida e Lilli Carati all'epoca dominavano il panorama cinematografico nazionale), ma ribalta lo stereotipo della sessualità innocente e giocosa tramite una violenta destrutturazione emozionale e fisica (Lia e Tina usano il loro corpo per sedurre e provocare, ma finiranno quasi letteralmente a pezzi nell'agghiacciante finale). Un'operazione unica nel suo genere, i cui limiti consistono principalmente in una lettura semplicistica e didascalica delle disillusioni post-sessantottine e delle ipocrisie borghesi, rapportate per contrasto alla (forzata) vitalità di una gioventù troppo arrabbiata; in ogni caso, un'esperienza di visione destabilizzante e destinata a lasciare il segno. Notevole la performance di Lilli Carati, più impacciata Gloria Guida (interprete della canzone originale del film, composta da Di Leo con Silvano Spadaccino). Vincenzo Crocitti è Riccetto, Leopoldo Mastelloni è il mimo Arguinas. Da evitare la versione censurata di 81 minuti, che elimina di netto la sequenza conclusiva ed esclude i siparietti lesbo tra le due protagoniste.
«Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita». La citazione dallo scrittore francese Paul-Yves Nizan ben si adatta al tono tragico di un film disturbante e controverso, diretto e sceneggiato da Fernando Di Leo. Il regista, uscendo coraggiosamente dagli schemi precostituiti della commedia sexy all'italiana, ne sfrutta le due dive per eccellenza (Gloria Guida e Lilli Carati all'epoca dominavano il panorama cinematografico nazionale), ma ribalta lo stereotipo della sessualità innocente e giocosa tramite una violenta destrutturazione emozionale e fisica (Lia e Tina usano il loro corpo per sedurre e provocare, ma finiranno quasi letteralmente a pezzi nell'agghiacciante finale). Un'operazione unica nel suo genere, i cui limiti consistono principalmente in una lettura semplicistica e didascalica delle disillusioni post-sessantottine e delle ipocrisie borghesi, rapportate per contrasto alla (forzata) vitalità di una gioventù troppo arrabbiata; in ogni caso, un'esperienza di visione destabilizzante e destinata a lasciare il segno. Notevole la performance di Lilli Carati, più impacciata Gloria Guida (interprete della canzone originale del film, composta da Di Leo con Silvano Spadaccino). Vincenzo Crocitti è Riccetto, Leopoldo Mastelloni è il mimo Arguinas. Da evitare la versione censurata di 81 minuti, che elimina di netto la sequenza conclusiva ed esclude i siparietti lesbo tra le due protagoniste.