La bestia nel cuore
Premi Principali
Coppa Volpi per la miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 2005
Durata
120
Formato
Regista
Sabina (Giovanna Mezzogiorno), doppiatrice di telefilm, sta con Franco (Alessio Boni), un attore: è soddisfatta della sua vita fino a quando la scoperta di essere incinta le riporta alla mente un ricordo lontano e sconvolgente sulla sua infanzia. Decide così di raggiungere il fratello Daniele (Luigi Lo Cascio) in America, dove lavora e ha una famiglia, per confrontarsi con lui e cercare risposte ai suoi interrogativi sui loro genitori.
Tratto dal romanzo omonimo della stessa regista, il film affronta la scabrosa tematica della violenze in famiglia. Non basta, però, raccontare un argomento impegnato per ottenere un cinema ricercato. La ricerca di un risultato autoriale e, allo stesso tempo, fruibile dal grande pubblico porta a un'operazione dall'effimera profondità, in cui la drammaturgia spiccia affossa quello che poteva essere un'opera significativa. Tanti scivoloni (la scena madre con il montaggio alternato tra il parto di Sabina e il flashback immaginario, in cui la Comencini cerca di mettere l'accento sulla rinascita) e un programmatico tono tragico più forzato che realmente sentito. Se la vicenda centrale conserva una parziale efficacia, lo stesso non si può dire delle inutili sottotracce collaterali: l'amica non vedente lesbica o il tradimento subìto da Sabina non aggiungono nulla. Buona prova della Mezzogiorno, premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia. Candidato al premio Oscar per miglior film straniero nel 2006.
Tratto dal romanzo omonimo della stessa regista, il film affronta la scabrosa tematica della violenze in famiglia. Non basta, però, raccontare un argomento impegnato per ottenere un cinema ricercato. La ricerca di un risultato autoriale e, allo stesso tempo, fruibile dal grande pubblico porta a un'operazione dall'effimera profondità, in cui la drammaturgia spiccia affossa quello che poteva essere un'opera significativa. Tanti scivoloni (la scena madre con il montaggio alternato tra il parto di Sabina e il flashback immaginario, in cui la Comencini cerca di mettere l'accento sulla rinascita) e un programmatico tono tragico più forzato che realmente sentito. Se la vicenda centrale conserva una parziale efficacia, lo stesso non si può dire delle inutili sottotracce collaterali: l'amica non vedente lesbica o il tradimento subìto da Sabina non aggiungono nulla. Buona prova della Mezzogiorno, premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia. Candidato al premio Oscar per miglior film straniero nel 2006.