Cenere e diamanti
Popiól i diament
Durata
103
Formato
Regista
In una cittadina polacca, il giorno in cui la Germania dichiara la resa, due partigiani, Maciek (Zbigniew Cybulski) e Andrzej (Adam Pawlikowski), uccidono alcuni uomini per errore. Durante la notte e i festeggiamenti per la fine della guerra, Maciek raggiunge il vero obiettivo, un delegato del partito comunista, e attende il momento per finire il lavoro: l'incontro con una giovane barista (Ewa Krzyzewska) susciterà in lui domande sul suo ruolo e il suo impegno.
Sono passati pochi mesi dal fallimento dell'Insurrezione di Varsavia e, mentre Hitler capitola, i combattenti non hanno dimenticato le responsabilità dei nuovi padroni, i russi, nelle sofferenze del popolo polacco. È un clima di guerra civile strisciante quello che fa da sfondo al dramma di Cenere e diamanti, ma l'occhio di Andrzej Waida è ancora una volta tutto concentrato sull'individuo. Maciek (magnificamente interpretato da Cybulski) è un antieroe umanissimo, un giovane che, nel giorno in cui dovrebbe essere finito l'incubo in cui ha vissuto, combattuto e sofferto, si ritrova a scegliere se continuare quella vita in un tempo, apparentemente, di pace, o inseguire il sogno di quella “normalità” a lungo negatagli. Facile e immediato vedere in controluce, nella parabola tragica del protagonista, il giudizio del regista sul suo paese, forzato dalla sfera sovietica e impossibilitato all'autodeterminazione: un film sentito e folgorante, coerente anche nella cripticità di alcuni passaggi. Straordinario l'impianto visivo (indimenticabile la lunga veglia notturna del protagonista) grazie al lavoro raffinatissimo di Jerzy Wójcik alla fotografia. Da un romanzo dello scrittore Jerzy Andrzejewski, anche sceneggiatore con Waida. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia.
Sono passati pochi mesi dal fallimento dell'Insurrezione di Varsavia e, mentre Hitler capitola, i combattenti non hanno dimenticato le responsabilità dei nuovi padroni, i russi, nelle sofferenze del popolo polacco. È un clima di guerra civile strisciante quello che fa da sfondo al dramma di Cenere e diamanti, ma l'occhio di Andrzej Waida è ancora una volta tutto concentrato sull'individuo. Maciek (magnificamente interpretato da Cybulski) è un antieroe umanissimo, un giovane che, nel giorno in cui dovrebbe essere finito l'incubo in cui ha vissuto, combattuto e sofferto, si ritrova a scegliere se continuare quella vita in un tempo, apparentemente, di pace, o inseguire il sogno di quella “normalità” a lungo negatagli. Facile e immediato vedere in controluce, nella parabola tragica del protagonista, il giudizio del regista sul suo paese, forzato dalla sfera sovietica e impossibilitato all'autodeterminazione: un film sentito e folgorante, coerente anche nella cripticità di alcuni passaggi. Straordinario l'impianto visivo (indimenticabile la lunga veglia notturna del protagonista) grazie al lavoro raffinatissimo di Jerzy Wójcik alla fotografia. Da un romanzo dello scrittore Jerzy Andrzejewski, anche sceneggiatore con Waida. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia.