Nella città di Tampico, la spietata lotta per il petrolio miete una vittima: José Enrique (Francisco Jambrina). A ucciderlo è stato don Fabio (José Baviera), proprietario anche di un Casinò. Con una falsa identità, riesce a farsi assumere nel locale la sorella del morto (Libertad Lamarque).

Primo film messicano di Buñuel (in esilio a causa della dittatura franchista), costretto a piegare il suo estro creativo alla natura commerciale dell'operazione. Nonostante ciò, il regista spagnolo infarcisce un banale dramma con trovate tipiche di chi si diverte provocando: gli intermezzi musicali, dove i protagonisti danno sfoggio delle loro capacità canore, oppure il gioco d'ombre proiettate artificialmente sul muro da forti luci dal basso, a rendere artatamente lugubri alcune sequenze. Purtroppo però, il risultato è vittima di dialoghi melensi, di attori pressoché inetti e da una trama che incede lenta verso il finale. Un Buñuel totalmente diverso dai suoi tre film precedenti Un chien andalou (1929), L'âge d'or (1930) e Las Hurdes (1932), tutti a loro modo riusciti perché innovativi, visionari e coraggiosi.


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