Marta (Isabella Ragonese) è una brillante studentessa siciliana che vive a Roma: dopo l'ottimo percorso di studi, si sente felice e fiduciosa perché ha "tutta la vita davanti". Poco dopo, però, inizia per lei un cammino amaro: per mantenersi lavora come baby-sitter e operatrice di call center in un'azienda che premia o redarguisce le performance dei suoi dipendenti con rituali da reality show.

Ispirandosi a Il mondo deve sapere di Michela Murgia, Paolo Virzì firma il suo ottavo lungometraggio: un ritratto generazionale scritto con la macchina da presa da un regista abituato a reinterpretare e attualizzare la classica commedia all'italiana. Sceneggiato dallo stesso Virzì insieme al fidato Francesco Bruni, Tutta la vita davanti è una commedia dal forte respiro sociologico che, pur utilizzando diversi stereotipi (la cosiddetta "generazione mille euro"), risulta credibile e convincente. Dallo sguardo sul precariato economico fino all'incertezza esistenziale che affligge i neolaureati figli della crisi, si indaga anche lo spaesamento post-universitario di chi si affaccia a un mondo lavorativo dove non esiste meritocrazia. Così quel "tutta la vita davanti" risuona in Marta come una minaccia, almeno fin quando non riuscirà a trovare del buono in una voce telefonica o ad applicare la filosofia di Heidegger ai reality per rileggere con la sua intelligenza quella società che la deprime. Vincitore di due nastri d'argento nel 2008: regista del miglior film e miglior attrice non protagonista (Sabrina Ferilli).
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