Augusto Valle (Renato Pozzetto) eredita l'azienda di famiglia dopo la morte del padre e sposa l'opportunista Palmira (Angelica Ippolito) che, accusandolo di infermità mentale, lo spedisce in manicomio. Qui l'uomo si innamorerà dell'eterea Serafina (Dalila Di Lazzaro).

Alberto Lattuada adatta l'omonimo romanzo di Giuseppe Berto e realizza un'apologia sulla purezza della Natura, vista come rifugio contro gli orrori dell'avidità e del progresso. Lo sviluppo, soprattutto nella seconda parte del film, è naïf e a tratti didascalico ma la forza eversiva di certe sequenze (il sadomasochismo del sindaco interpretato da Gino Bramieri, la seduzione del menomato assessore Buglio alias Daniele Vargas da parte di Palmira) spiazza e colpisce nel segno, fornendo un'adeguata rappresentazione di un'umanità corrotta e desolante. Con un morboso erotismo di fondo che rende il tutto ancor più amaro. Splendida e sensuale Dalila Di Lazzaro ma la sgradevole e ben più terrena Angelica Ippolito non è da meno. Colonna sonora di Fred Bongusto, vincitrice del Nastro d'argento.
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