Le dernier combat
Le dernier combat
Durata
92
Formato
Regista
In un futuro imprecisato, la Terra è stata devastata da un olocausto nucleare. Gli sparuti gruppi di persone rimaste in vita cercano di sopravvivere con ogni mezzo, in un ambiente distopico e ostile dove vige solamente la legge del più forte.
Pellicola d'esordio dell'allora ventiquattrenne Luc Besson, Le dernier combat esprime già la propensione del regista francese verso un cinema autoriale al limite della ruffianeria, in cui le ardite scelte cinematografiche suonano come semplice autocompiacimento. Girato interamente in bianco e nero, presenta una realtà post-apocalittica in cui il silenzio e la desolazione la fanno da protagonisti. Oltre all'intento ecologista che calca la mano sulle conseguenze della catastrofe nucleare (i personaggi vivono e agiscono tra cumuli di macerie e spazzatura), colpisce come l'attenzione si focalizzi sull'incapacità dell'uomo di comunicare. Ma se la scelta di girare un film senza dialoghi (i superstiti non sono più in grado di parlare) da una parte sottolinea con coraggio l'idea della violenza e dell'inganno come unica possibilità di interazione, dall'altra appare un vezzo un po' snob, anche se di indubbia suggestione. Un tentativo di distanziarsi dalle consuetudini della sci-fi contemporanea, personale ma fondamentalmente acerbo. Primo ruolo di rilievo per Jean Reno e prima collaborazione tra il regista francese e il compositore Eric Serra. Premiato in numerose kermesse europee (Fantsporto, Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz, Sitges Film Festival, Taormina Film Fest).
Pellicola d'esordio dell'allora ventiquattrenne Luc Besson, Le dernier combat esprime già la propensione del regista francese verso un cinema autoriale al limite della ruffianeria, in cui le ardite scelte cinematografiche suonano come semplice autocompiacimento. Girato interamente in bianco e nero, presenta una realtà post-apocalittica in cui il silenzio e la desolazione la fanno da protagonisti. Oltre all'intento ecologista che calca la mano sulle conseguenze della catastrofe nucleare (i personaggi vivono e agiscono tra cumuli di macerie e spazzatura), colpisce come l'attenzione si focalizzi sull'incapacità dell'uomo di comunicare. Ma se la scelta di girare un film senza dialoghi (i superstiti non sono più in grado di parlare) da una parte sottolinea con coraggio l'idea della violenza e dell'inganno come unica possibilità di interazione, dall'altra appare un vezzo un po' snob, anche se di indubbia suggestione. Un tentativo di distanziarsi dalle consuetudini della sci-fi contemporanea, personale ma fondamentalmente acerbo. Primo ruolo di rilievo per Jean Reno e prima collaborazione tra il regista francese e il compositore Eric Serra. Premiato in numerose kermesse europee (Fantsporto, Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz, Sitges Film Festival, Taormina Film Fest).