La ninfa degli antipodi
Million Dollar Mermaid
Durata
115
Formato
Regista
Biografia romanzata di Annette Kellerman (Esther Williams), nuotatrice australiana che, tra Londra e gli Stati Uniti, sperimentò anche l'arte attoriale sul set di alcuni film muti degli anni Dieci.
A pochissima distanza dalla realizzazione di Modelle di lusso (anche questo del 1952), Mervyn LeRoy dirige La ninfa degli antipodi, pellicola decisamente curiosa e coraggiosa nel suo procedere contro corrente. Infatti, il primo obiettivo del lavoro è quello di divertire le platee con numeri musicali (ideati dal maestro Busby Berkeley) strepitosi e sensazionali: nulla di nuovo, insomma, per i canoni di genere di quegli anni, eppure la pellicola riesce a raggiungere pienamente il suo scopo, inventandosi una cornice narrativa insolita e accattivante. Ripercorrendo (seppur in maniera romanzata) la vita della Kellerman, LeRoy ha l'occasione di creare sequenze acquatiche straordinarie: un concentrato di colori (perfettamente organizzati da George J. Folsey che venne nominato agli Oscar proprio per il suo contributo a questo film), allegria e musica. Pur rimanendo un prodotto ben lontano da vette autoriali indimenticabili, non si fa mancare un sentito omaggio agli albori della settima arte, alla sua artigianalità e ai suoi miti. Imperfetto ma piacevole.
A pochissima distanza dalla realizzazione di Modelle di lusso (anche questo del 1952), Mervyn LeRoy dirige La ninfa degli antipodi, pellicola decisamente curiosa e coraggiosa nel suo procedere contro corrente. Infatti, il primo obiettivo del lavoro è quello di divertire le platee con numeri musicali (ideati dal maestro Busby Berkeley) strepitosi e sensazionali: nulla di nuovo, insomma, per i canoni di genere di quegli anni, eppure la pellicola riesce a raggiungere pienamente il suo scopo, inventandosi una cornice narrativa insolita e accattivante. Ripercorrendo (seppur in maniera romanzata) la vita della Kellerman, LeRoy ha l'occasione di creare sequenze acquatiche straordinarie: un concentrato di colori (perfettamente organizzati da George J. Folsey che venne nominato agli Oscar proprio per il suo contributo a questo film), allegria e musica. Pur rimanendo un prodotto ben lontano da vette autoriali indimenticabili, non si fa mancare un sentito omaggio agli albori della settima arte, alla sua artigianalità e ai suoi miti. Imperfetto ma piacevole.