Un giorno da leoni
Durata
96
Formato
Regista
Dopo l'8 settembre 1943, Danilo (Nino Castelnuovo) si allontana da Roma per non essere arruolato tra le schiere fasciste e, insieme all'amico vigliacco Michele (Leopoldo Trieste) e all'appena conosciuto Gino (Tomas Milian), si unisce ai partigiani. Ai tre sarà affidata, con il supporto di Orlando (Renato Salvatori), un'importante missione: l'esplosione di un ponte.
La rivincita dell'ordinarietà: è questo il tema attorno a cui ruota Un giorno da leoni di Nanni Loy, che dà voce a un pugno di individui male in arnese ritrovatisi in una situazione più grande di loro. La guerra è combattuta da uomini comuni anche se i loro nomi non saranno certo inseriti nei libri di scuola né tanto meno negli annali degli eroi immortali, ma non per questo il loro contributo è meno decisivo o più trascurabile: questo sembra suggerirci il regista, animato da uno spirito di sincera compartecipazione per i destini dei propri improbabili “patrioti". Il punto di forza di questo lungometraggio sta dopotutto proprio nei personaggi, ben dipinti da una sceneggiatura solida e da un cast indovinato: le singole caratterizzazioni, pur nella loro diversità, sono sfaccettate e, anche se con qualche ingenuità di troppo, appaiono credibili e reali. Anche la regia è ben studiata e calibrata, anche se incapace di regalare grandi momenti da ricordare.
La rivincita dell'ordinarietà: è questo il tema attorno a cui ruota Un giorno da leoni di Nanni Loy, che dà voce a un pugno di individui male in arnese ritrovatisi in una situazione più grande di loro. La guerra è combattuta da uomini comuni anche se i loro nomi non saranno certo inseriti nei libri di scuola né tanto meno negli annali degli eroi immortali, ma non per questo il loro contributo è meno decisivo o più trascurabile: questo sembra suggerirci il regista, animato da uno spirito di sincera compartecipazione per i destini dei propri improbabili “patrioti". Il punto di forza di questo lungometraggio sta dopotutto proprio nei personaggi, ben dipinti da una sceneggiatura solida e da un cast indovinato: le singole caratterizzazioni, pur nella loro diversità, sono sfaccettate e, anche se con qualche ingenuità di troppo, appaiono credibili e reali. Anche la regia è ben studiata e calibrata, anche se incapace di regalare grandi momenti da ricordare.