Sistemo l'America e torno
Durata
110
Formato
Regista
Giovanni (Paolo Villaggio) è negli Stati Uniti per conto del suo datore di lavoro (Armando Brancia), con il fine di ingaggiare il campione di basket afroamericano Ben (Sterling Saint Jacques). Inizialmente diffidenti, i due pian piano si avvicinano ma, prima di partire per l'Italia, il cestista vuole sistemare alcune questioni in sospeso in America.
Un film che vorrebbe raccontare il problema del razzismo negli Stati Uniti, ma non riesce a centrare l'obbiettivo in alcun modo. Nanni Loy si limita a mettere in scena sequenze di emarginazione e violenza abbozzate e fini a se stesse, accompagnate da un impianto narrativo debole e artificioso. Anche i personaggi sono scritti grossolanamente e rasentano la macchietta: l'italiano intollerante si trasforma facilmente nel difensore degli oppressi, mentre l'afroamericano combatte per mantenere la propria identità, tanto da aggredire la sorella che vuole cambiare colore di capelli. Incompiuto e incapace di approfondire i problemi di cui vorrebbe parlare, risulta un lungometraggio poco pregnante e ancor meno incisivo.
Un film che vorrebbe raccontare il problema del razzismo negli Stati Uniti, ma non riesce a centrare l'obbiettivo in alcun modo. Nanni Loy si limita a mettere in scena sequenze di emarginazione e violenza abbozzate e fini a se stesse, accompagnate da un impianto narrativo debole e artificioso. Anche i personaggi sono scritti grossolanamente e rasentano la macchietta: l'italiano intollerante si trasforma facilmente nel difensore degli oppressi, mentre l'afroamericano combatte per mantenere la propria identità, tanto da aggredire la sorella che vuole cambiare colore di capelli. Incompiuto e incapace di approfondire i problemi di cui vorrebbe parlare, risulta un lungometraggio poco pregnante e ancor meno incisivo.