Nel settembre del 1943, all'indomani della firma dell'armistizio tra il governo Badoglio e le forze alleate, un reparto delle SS compie un rastrellamento di ebrei italiani lungo le rive del Lago Maggiore. Sedici prigionieri, tra cui il giovane Julien (Federico Costantini), innamorato di Noa (Ivana Lotito), saranno segregati nelle stanze dell'hotel Meina, sorvegliati dai nazisti in attesa di ordini superiori.

Pellicola presentata nel 2007 fuori concorso alla 64ª Mostra del cinema di Venezia, Hotel Meina rappresenta un tentativo fallito, da parte di Carlo Lizzani, di raccontare una nera pagina di storia, poco conosciuta ai più. Ispirato agli eventi narrati da Marco Nozza nell'omonimo libro, il film soffre di un taglio modesto e sottotono, di una recitazione monocorde e approssimativa e di atmosfere scialbe, avvicinabili a quelle di uno sceneggiato televisivo. Apprezzabile il coraggio di Lizzani di proseguire sulla strada di un personale cinema d'impegno e di rievocazione storica, ma la pochezza del risultato svilisce le buone intenzioni. Stereotipata e superficiale la messa in scena del dramma umano che vede l'amore tra i giovani Julien e Noa contrastato dai tragici eventi. Cast di second'ordine, nel quale è riconoscibile Ernesto Mahieux (Filippetti). Scritto dal regista con Pasquale Squitieri, Dino Gentili e Filippo Gentili. Musiche di Luis Bacalov.
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