Il balordo milanese Luciano Lutring (Robert Hoffmann), dedito a casuali e poco organizzate rapine, diventa inaspettatamente, dopo una serie di fortunati colpi amplificati dall'eco della stampa, uno dei rapinatori più ricercati nel corso degli anni Sessanta. Braccato dalla polizia italiana e francese, avrà sempre al suo fianco la moglie Yvonne (Lisa Gastoni).

Noir di stampo biografico realizzato da Carlo Lizzani, ispirato da allora recenti fatti di cronaca che portarono alla ribalta il personaggio di Luciano Lutring, proveniente dal ceto medio milanese e destinato, suo malgrado, a rivestire i panni di ricercato numero uno dalle forze dell'ordine. Un caso sintomatico di quanto, già in tempi non sospetti, i mezzi di comunicazione potessero influenzare l'opinione pubblica e fungere da cassa di risonanza per le gesta di un personaggio, sulla carta negativo, ma considerato dall'uomo comune alla stregua di un antieroe popolare. Attraverso un discreto mix di inchiesta e azione, dai ritmi serrati pur se dallo stile retrò e non più attuale, il regista narra l'inizio delle gesta di Lutring fino alla resa, accompagnato da un cast di buon livello nel quale spiccano Gian Maria Volonté (nei panni dell'ispettore di polizia Moroni) e l'affascinante Lisa Gastoni, vincitrice di un Nastro d'argento come migliore attrice. Avvincente e ben tratteggiato, anche se inevitabilmente datato. Atmosfere patinate enfatizzate dalla colonna sonora di Ennio Morricone, autore della canzone Una stanza vuota. Sceneggiatura di Ugo Pirro.
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