Cronache di poveri amanti
Durata
107
Formato
Regista
Firenze, primavera del 1925. Il giovane Mario (Gabriele Tinti) si trasferisce a vivere in via del Corno, nel quartiere popolare di Santa Croce, dove già risiede Bianca (Eva Vanicek), la ragazza che ama. Le loro vite si intrecciano a quelle degli altri contradaioli, tra i quali l'antifascista Ugo (Marcello Mastroianni); ma le violenze legate al clima politico e sociale stravolgeranno il futuro di tutti.
Brilla di vivacità e malinconia il film di Carlo Lizzani, adattamento dell'omonimo romanzo di Vasco Pratolini pubblicato nel 1946. Cronache di poveri amanti racchiude già nel titolo l'idea di speranze di vita e di amori ostacolati e separati da situazioni ed eventi correlati a un periodo storico instabile e conflittuale. Il regista, sulla scia di Pratolini, presenta uno spaccato di vita popolare, fatto di umanità variegata e pulsante, topograficamente collocato nella città di Firenze, ma paradigma delle aspre divisioni ideologiche nascenti nella società italiana degli anni Venti, destinate a sfociare in umane tragedie nei decenni successivi. Influenzato dal neorealismo, Lizzani si concentra sulla veridicità e sulla credibilità dei personaggi, raffigurati nella loro quotidianità; un equilibro che vacilla all'incombere dell'ombra del fascismo, che estende capillarmente il proprio controllo arrivando a spezzare violentemente ogni forma di dissenso. Un suggestivo bianco e nero accompagna l'articolata narrazione, costituita da fatti e gesti semplici e da individui altrettanto comuni. Un film affascinante e ancora oggi capace di colpire a fondo. Spicca nel cast un notevole Marcello Mastroianni. Sceneggiatura di Lizzani, Sergio Amidei, Giuseppe Dagnino e Massimo Mida; musiche di Mario Zafred. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Brilla di vivacità e malinconia il film di Carlo Lizzani, adattamento dell'omonimo romanzo di Vasco Pratolini pubblicato nel 1946. Cronache di poveri amanti racchiude già nel titolo l'idea di speranze di vita e di amori ostacolati e separati da situazioni ed eventi correlati a un periodo storico instabile e conflittuale. Il regista, sulla scia di Pratolini, presenta uno spaccato di vita popolare, fatto di umanità variegata e pulsante, topograficamente collocato nella città di Firenze, ma paradigma delle aspre divisioni ideologiche nascenti nella società italiana degli anni Venti, destinate a sfociare in umane tragedie nei decenni successivi. Influenzato dal neorealismo, Lizzani si concentra sulla veridicità e sulla credibilità dei personaggi, raffigurati nella loro quotidianità; un equilibro che vacilla all'incombere dell'ombra del fascismo, che estende capillarmente il proprio controllo arrivando a spezzare violentemente ogni forma di dissenso. Un suggestivo bianco e nero accompagna l'articolata narrazione, costituita da fatti e gesti semplici e da individui altrettanto comuni. Un film affascinante e ancora oggi capace di colpire a fondo. Spicca nel cast un notevole Marcello Mastroianni. Sceneggiatura di Lizzani, Sergio Amidei, Giuseppe Dagnino e Massimo Mida; musiche di Mario Zafred. Presentato in concorso al Festival di Cannes.