Le disavventure di una giovane donna (Vanessa Redgrave), chiusa in un sanatorio e poi liberata, alle prese con ricordi, angherie e bizzarri innamoramenti.

Baracconata soporifera girata da Brass con la coppia d'oro Redgrave-Franco, a un anno di distanza da Dropout, ben più provocatorio e riuscito. Qui siamo nelle zone di un divertissement pretenziosetto e capriccioso, di un racconto di follia in grado di trascendere epoche e storie pur di raccontare, in maniera “libera”, il disagio di chi sta male mentalmente. Franco, in partecipazione speciale, è ridicolo e poco credibile; meglio la Redgrave, che bivacca tra i campi con l'accento britannico ed è l'unica ragione di vita di un'operazione proto-sperimentale e decisamente claudicante. Premio della critica per “il miglior film italiano” alla 32esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
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