Julette o la chiave dei sogni
Juliet ou la clef des songes
Durata
100
Formato
Regista
Costretto dietro le sbarre a causa di un furto, Michel (Gérard Philipe) si addormenta e inizia a sognare di essere libero e di fuggire in un bizzarro villaggio dove tutti hanno perso la memoria. Qui incontra la sua amata Juliette (Suzanne Cloutier) ma la ragazza è insidiata anche da un altro uomo (Jean-Roger Caussimon).
Lo spirito surreale che Carné aveva già toccato in altre pellicole precedenti trova in questo film tutto lo spazio che prima gli era stato negato. Nato da un soggetto a cui ha collaborato anche Jean Cocteau, Juliette o la chiave dei sogni appare però un'occasione sprecata: i simboli e l'universo onirico messo in campo risultano più ingenui che accattivanti, nonostante le scenografie siano di pregevole fattura e non manchino momenti stupefacenti. Ma Carné, in questo caso, gira un po' a vuoto e non viene supportato da un copione che fatica a tenere la durata di un lungometraggio. L'idea è importante, ma lo sviluppo mediocre.
Lo spirito surreale che Carné aveva già toccato in altre pellicole precedenti trova in questo film tutto lo spazio che prima gli era stato negato. Nato da un soggetto a cui ha collaborato anche Jean Cocteau, Juliette o la chiave dei sogni appare però un'occasione sprecata: i simboli e l'universo onirico messo in campo risultano più ingenui che accattivanti, nonostante le scenografie siano di pregevole fattura e non manchino momenti stupefacenti. Ma Carné, in questo caso, gira un po' a vuoto e non viene supportato da un copione che fatica a tenere la durata di un lungometraggio. L'idea è importante, ma lo sviluppo mediocre.