I ragazzi di via Panisperna
Durata
123
Formato
Regista
Ettore Majorana (Andrea Prodan) è un ex bambino prodigio che la madre (Virna Lisi) faceva esibire per il diletto delle amiche in giochi matematici. Su consiglio della stessa, conduce una brillante carriera come studente e ricercatore che lo porterà, nella Roma degli anni Trenta, ad affiancare Enrico Fermi (Ennio Fantastichini) nelle sue indagini sulle proprietà radioattive e sui nuclei atomici. Il suo immenso talento non potrà però essere impiegato, poiché Ettore scompare in circostanze misteriose.
La via del titolo è quella in cui si trovava l'istituto di Fisica dove Fermi era professore, a capo di un gruppo di “menti” che, oltre ai problemi dell'atomo, devono affrontare la mancanza di fondi e la scarsa fiducia della scienza ufficiale. Amelio sceglie di abbandonare pressoché del tutto le sue cifre stilistiche e confeziona uno sceneggiato più che discreto (pensato per la televisione con una durata di tre ore e poi passato sul grande schermo), nel quale mette a confronto la complessità della materia con quella dell'animo umano. Per riuscirci senza cadere nel risaputo, si affida a un antieroe singolare, la cui mente è abitata da fantasmi e domande a cui non sa dare risposta, al contrario degli interrogativi professionali. Questo Majorana geniale e consapevole di esserlo, a tratti quasi arrogante e dandy e in altri momenti scosso dalla fragilità, è il vero valore aggiunto della pellicola. Pare quasi di vedere il destino possibile del Guido di Il piccolo Archimede (1979) che scampa al suicidio e diventa un prodigio, solo per sparire poi altrettanto improvvisamente. Il risultato è un prodotto dignitoso, un po' prolisso e non sempre impeccabile, ma comunque efficace.