Knock Knock

Rimasto solo per il weekend della festa del papà, l’architetto ed ex DJ Evan Webber (Keanu Reeves) si vede piombare in casa due giovani e attraenti ragazze (Lorenza Izzo e Ana de Armas) che, dopo essersi perse, gli chiedono di poter entrare per rintracciare gli amici da cui erano dirette. Trascorsa una notte di sesso, Evan capirà il motivo della loro visita.

Madornale pasticcio di Eli Roth il quale, famoso per le pieghe da torture porn che spesso e volentieri dilagano nelle sue pellicole, qui cerca di sbalordire a un livello più psicologico che viscerale. Peccato, però, che il pupillo di Quentin Tarantino non possieda un briciolo della qualità artistica e intellettuale di altri sacrosanti maestri che si sono addentrati nelle grinfie dell’horror psicologico (vedi Michael Haneke e Roman Polanski): Roth è infatti interessato più a mostrare che a suggerire e lo spettatore non potrà fare altro che assistere a un’infinita sequenza di banalità e situazioni prevedibili. Da dimenticare.