Dopo l'Unità d'Italia, Sante Carbone (Ernest Borgine), un brigante napoletano, decide di consegnarsi all'esercito piemontese ormai a capo dell'ex Regno delle Due Sicilie. Ma verrà immediatamente ucciso per evitare che possa rivelare qualcosa di scottante.

Tratto dall'omonimo libro di Mario Monti, I briganti italiani conferma l'ampia parabola discendente di cui fu vittima Mario Camerini sul finire della carriera. Una vicenda desueta e mal confezionata, troppo lontana dai gusti del pubblico dei primi anni '60 per poter riscuotere successo. Inserendo il pilota automatico sin dalle primissime battute, Camerini si rilassa in cabina di regia lavorando con superficialità e monotonia: non c'è l'ombra di un guizzo creativo né di una trovata totalmente convincente, all'interno di una ricostruzione storica che si limita alla diligente (e pedante) rievocazione, senza cercare agganci con la contemporaneità.
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