Pietà per la carne
Home Before Dark
Durata
136
Formato
Regista
Dopo aver trascorso un periodo in una clinica psichiatrica, Charlotte (Jean Simmons) torna a casa dal marito Arnold (Dan O'Herlihy). In breve tempo, però, la donna si accorge che l'uomo si è innamorato della sua sorellastra (Rhonda Fleming) e, per riconquistarlo, decide di assomigliarle in tutto e per tutto.
Tratto da romanzo Home Before Dark (titolo originale del film) di Eileen Bassing, Pietà per la carne segna il ritorno di Mervyn LeRoy al genere puramente drammatico in cui l'autore dimostrò in passato di sapersi destreggiare abilmente con titoli quali Il ponte di Waterloo (1940) e Prigionieri del passato (1942). In questo caso però perde in più di un momento la lucidità che lo distinse nei film sopracitati, realizzando così un'opera debole e in un certo senso immatura: lo slancio iniziale immerge lo spettatore sin da subito in un contesto teso e spiazzante, ma non riesce a mantenere le premesse. Mentre l'eccessiva durata si dipana, infatti, la visione si rende sempre più pedante e monotona, toccando punte di elevata prolissità che di sicuro non giovano all'insieme: LeRoy non riesce a gestire adeguatamente la grossa carica emotiva espressa dagli attori e non si accorge che il lavoro rimane perennemente in bilico tra una falsa retorica e un eccessivo sentimentalismo.
Tratto da romanzo Home Before Dark (titolo originale del film) di Eileen Bassing, Pietà per la carne segna il ritorno di Mervyn LeRoy al genere puramente drammatico in cui l'autore dimostrò in passato di sapersi destreggiare abilmente con titoli quali Il ponte di Waterloo (1940) e Prigionieri del passato (1942). In questo caso però perde in più di un momento la lucidità che lo distinse nei film sopracitati, realizzando così un'opera debole e in un certo senso immatura: lo slancio iniziale immerge lo spettatore sin da subito in un contesto teso e spiazzante, ma non riesce a mantenere le premesse. Mentre l'eccessiva durata si dipana, infatti, la visione si rende sempre più pedante e monotona, toccando punte di elevata prolissità che di sicuro non giovano all'insieme: LeRoy non riesce a gestire adeguatamente la grossa carica emotiva espressa dagli attori e non si accorge che il lavoro rimane perennemente in bilico tra una falsa retorica e un eccessivo sentimentalismo.