
Napoli si ribella
Durata
88
Formato
Regista
Durante le indagini su un furto di gioielli, il commissario Dario Mauri (Luc Merenda), trasferito a Napoli e spalleggiato dal maresciallo Nicola Capece (Enzo Cannavale), scopre una trama ordita ai danni del boss Don Domenico Laurenzi (Claudio Gora), che coinvolge potenti organizzazioni criminose estere. Un intrigo che metterà la vita di Mauri più volte in pericolo.
Prima di raggiungere la notorietà grazie a una serie di scollacciate commedie all'italiana, legate ai volti di Renzo Montagnani, Alvaro Vitali ed Edwige Fenech, Michele Massimo Tarantini tenta la carta della commistione tra poliziesco e toni leggeri con Napoli si ribella. L'accostamento tra Luc Merenda ed Enzo Cannavale, che ricorda solo sulla carta il dualismo tra quest'ultimo e Bud Spencer in Piedone lo sbirro (diretto nel 1973 da Steno), non è sufficiente a conferire vis comica e ritmo a una pellicola banale e innocua: trama esile giocata sul contrasto tra i due poliziotti (il milanese più pragmatico e distaccato, il napoletano più scanzonato e guascone), che si serve dei consueti espedienti del poliziesco nostrano (sparatorie e inseguimenti in auto) per catturare l'attenzione dello spettatore. Troppo poco per suscitare un interesse che vada al di là della mera e superficiale curiosità cinefila. Scritto dal regista con Dardano Sacchetti; musiche di Franco Campanino.
Prima di raggiungere la notorietà grazie a una serie di scollacciate commedie all'italiana, legate ai volti di Renzo Montagnani, Alvaro Vitali ed Edwige Fenech, Michele Massimo Tarantini tenta la carta della commistione tra poliziesco e toni leggeri con Napoli si ribella. L'accostamento tra Luc Merenda ed Enzo Cannavale, che ricorda solo sulla carta il dualismo tra quest'ultimo e Bud Spencer in Piedone lo sbirro (diretto nel 1973 da Steno), non è sufficiente a conferire vis comica e ritmo a una pellicola banale e innocua: trama esile giocata sul contrasto tra i due poliziotti (il milanese più pragmatico e distaccato, il napoletano più scanzonato e guascone), che si serve dei consueti espedienti del poliziesco nostrano (sparatorie e inseguimenti in auto) per catturare l'attenzione dello spettatore. Troppo poco per suscitare un interesse che vada al di là della mera e superficiale curiosità cinefila. Scritto dal regista con Dardano Sacchetti; musiche di Franco Campanino.