Un ragazzo e una ragazza
Durata
96
Formato
Regista
Una ragazza napoletana (Marina Suma) si trasferisce a Milano per frequentare l'università, e conosce Calogero (Jerry Calà), milanese doc con tante paturnie. I due si innamorano e vivono il loro sentimento tra gravidanze, peripezie e mille litigate.
Una commedia sentimentale che, vista oggi, appare vintage e fuori dal tempo, riconducibile a una spensieratezza, a un vitalità e a un'energia perdute, data la repentinità e la spigliatezza con cui i due protagonisti affrontano le continue tempeste e le non poche difficoltà insite nel farsi una famiglia. Un ragazzo e una ragazza funziona pochissimo sia sul versante comico che su quello sentimentale, accumulando colpi di scena a effetto che però di effetti ne sortiscono ben pochi, zuffe affettive bollite e siparietti continui che alla lunga risultano stucchevoli e faciloni. Dopo questo suo secondo film, Marco Risi, reduce dal successo di Vado a vivere da solo (1982), sempre con Calà, metterà da parte la semplice commedia per soffermarsi su tematiche più impegnate e sociali. Ma il suo arrivederci al genere italiano per eccellenza è diretto in modo malfermo e acerbo, e non riesce a capitalizzare quanto di gustoso e gradevole poteva esserci nelle schermaglie amorose e nelle pieghe degli snodi narrativi, che si giostrano tra depressioni fuori luogo e proposte di barbonaggio nella metro di Milano. Il personaggio di Calà si chiama Calogero Bertolotti, forse il nome più improbabile di tutti i tempi per un milanese, che strizza ironicamente l'occhio alle origini siciliane dell'attore.
Una commedia sentimentale che, vista oggi, appare vintage e fuori dal tempo, riconducibile a una spensieratezza, a un vitalità e a un'energia perdute, data la repentinità e la spigliatezza con cui i due protagonisti affrontano le continue tempeste e le non poche difficoltà insite nel farsi una famiglia. Un ragazzo e una ragazza funziona pochissimo sia sul versante comico che su quello sentimentale, accumulando colpi di scena a effetto che però di effetti ne sortiscono ben pochi, zuffe affettive bollite e siparietti continui che alla lunga risultano stucchevoli e faciloni. Dopo questo suo secondo film, Marco Risi, reduce dal successo di Vado a vivere da solo (1982), sempre con Calà, metterà da parte la semplice commedia per soffermarsi su tematiche più impegnate e sociali. Ma il suo arrivederci al genere italiano per eccellenza è diretto in modo malfermo e acerbo, e non riesce a capitalizzare quanto di gustoso e gradevole poteva esserci nelle schermaglie amorose e nelle pieghe degli snodi narrativi, che si giostrano tra depressioni fuori luogo e proposte di barbonaggio nella metro di Milano. Il personaggio di Calà si chiama Calogero Bertolotti, forse il nome più improbabile di tutti i tempi per un milanese, che strizza ironicamente l'occhio alle origini siciliane dell'attore.