Mery per sempre
Durata
102
Formato
Regista
Palermo. Marco Terzi (Michele Placido) è l'unico professore a offrirsi volontario per insegnare al carcere minorile "Rosaspina". Dovrà inserirsi nell'ambiente e lavorare in una realtà più che ostile con ragazzi difficili: tra questi Natale (Francesco Benigno), in attesa di giudizio per omicidio, Giovanni detto "King Kong" (Salvatore Termini( e Claudio (Maurizio Prollo), appena entrato nel carcere e maltrattato da Natale.
Tratto dal romanzo omonimo di Aurelio Grimaldi, Mery per sempre fu un film estremamente popolare all'inizio degli anni '90, capace di tratteggiare una porzione specifica di gioventù, ben delimitata dal punto di vista culturale e dell'origine regionale, con molte semplificazioni ma anche con una discreta e innegabile vitalità, dalle tinte a tratti tutt'altro che innocue. È il secondo affondo compiuto da Marco Risi in direzione del realismo più ruvido: dopo Soldati – 365 giorni all'alba (1987), incentrato sugli scheletri nell'armadio del mondo militare, il regista si adopera per tratteggiare una realtà difficile e complessa attraverso un racconto crudo e secco, ma anche smussato laddove occorre. La figura del professore incarnato da Placido, fulcro della vicenda, a tratti è però impalpabile e non fa altro che allinearsi a certe, irrisolte, mancanze del film, non riuscendo a incidere come dovrebbe. Attori non professionisti, alcuni dei quali sicuri di sé, in palla ed efficaci. Colonna sonora di Giancarlo Bigazzi.
Tratto dal romanzo omonimo di Aurelio Grimaldi, Mery per sempre fu un film estremamente popolare all'inizio degli anni '90, capace di tratteggiare una porzione specifica di gioventù, ben delimitata dal punto di vista culturale e dell'origine regionale, con molte semplificazioni ma anche con una discreta e innegabile vitalità, dalle tinte a tratti tutt'altro che innocue. È il secondo affondo compiuto da Marco Risi in direzione del realismo più ruvido: dopo Soldati – 365 giorni all'alba (1987), incentrato sugli scheletri nell'armadio del mondo militare, il regista si adopera per tratteggiare una realtà difficile e complessa attraverso un racconto crudo e secco, ma anche smussato laddove occorre. La figura del professore incarnato da Placido, fulcro della vicenda, a tratti è però impalpabile e non fa altro che allinearsi a certe, irrisolte, mancanze del film, non riuscendo a incidere come dovrebbe. Attori non professionisti, alcuni dei quali sicuri di sé, in palla ed efficaci. Colonna sonora di Giancarlo Bigazzi.