Nel continente nero

Alessandro Benini (Corso Salani), manager, viene colto da una tragica notizia mentre illustra un nuovo brevetto: suo padre, che l'uomo non vedeva da vent'anni, è morto causa incidente. Alessandro vola con la compagna (Anna Falchi) a Malindi per il funerale, scoprendo di aver ricevuto in eredità tante proprietà ma anche dei debiti da pagare.

Marco Risi si pone in scia alla tradizione della commedia all'italiana, in quegli anni delocalizzata per virare su ambientazioni in scenari esotici. Dopo il successo di Mediterraneo (1992) di Gabriele Salvatores e la vittoria dell'Oscar come miglior film straniero, si provò com'era prevedibile a cavalcare il filone. Anche in questo film c'è Diego Abatantuono, alle prese con l'ennesimo cialtrone: un personaggio rampante e fanfarone, socio del padre defunto del protagonista, alla cui sgradevolezza si fatica però a credere. Il film di Risi, a ogni modo, gira a vuoto e non è pervenuto, visto e considerato che il maggior elemento d'interesse, vale a dire l'uso del paesaggio, rimane del tutto ornamentale e non si carica mai di una valenza specifica. La drammaturgia è tutt'altro che solida, confusa e piena di colpi di scena per niente a effetto, piena di personaggi inutilmente eccentrici. Salani troppo in sottrazione.