Il 27 giugno 1982, nel tratto di mare tra Ponza e Ustica, vengono i ritrovati i rottami di un aereo di linea ITAVIA diretto da Bologna a Palermo. In quel volo morirono tutti, dai passeggeri all'equipaggio, tanto da far annoverare la strage di Ustica tra le pagine più nere della storia italiana. A indagare sull'accaduto, Rocco Ferrante (Corso Salani), giornalista de Il Corriere della Sera.

Il film di denuncia di Marco Risi, scritto con Rulli e Petraglia e con Andrea Purgatori (giornalista che ha indagato sulla strage con i suoi reportage), è un'opera che presenta un solida struttura portante, a partire proprio dalla scrittura, il cui peso si sente ed è apprezzabile, tanto nel restituire il quadro delle possibili e agghiaccianti ipotesi (fu un missile? O un attentato?) quanto nel delineare il ritratto psicologico del protagonista Ferrante e le implicazioni concrete e pragmatiche della sua personalità. Il film appare però troppo approssimativo negli intenti di denuncia, comunque accorati e necessari, e nelle prese di posizione civili, per non parlare delle modalità con cui vengono scanditi certi passaggi narrativi inutilmente gravosi e paludati, che prestano il fianco a più di un cedimento e di una caduta.
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