La regola del silenzio – The Company You Keep

Nick Sloan (Robert Redford), membro di un gruppo pacifista braccato dopo una rapina finita col morto, è riuscito a sparire nel nulla e a vivere una nuova vita per trent'anni. Il suo segreto viene a galla quando una ex compagna di militanza (Susan Sarandon) viene arrestata e un giovane giornalista (Shia LaBeouf) inizia a indagare sul loro gruppo: l'uomo è costretto alla fuga e a una corsa contro il tempo per dimostrare la sua estraneità all'omicidio.

Ispirandosi alle vicende del gruppo terroristico realmente esistito dei Weather Underground, militanti pacifisti che compivano attentati per protestare contro la guerra in Vietnam, Robert Redford firma un thriller privo di guizzi, dal respiro nostalgico verso il clima politicamente incandescente dei Settanta. Scegliendo una pista lineare e non troppo movimentata, il regista-attore sceglie per sé il ruolo dell'action hero, non risparmiandosi nemmeno una rocambolesca e affannosa fuga nei boschi, a dispetto dell'età avanzata e della forma non proprio splendente. Vittima di noiosi cliché (il giovane reporter d'assalto che indaga, l'innocente perseguitato, la colpevole redenta), la pellicola subisce anche il peso di una durata che supera le due ore e che diventa presto insostenibile. I protagonisti sono sotto tono: Redford, al di là degli sforzi, è inconsistente, La Beouf e la Kendrick irritanti e scialbi e ben poco riescono a fare i molti comprimari (da Susan Sarandon a Brendan Gleeson, passando per Nick Nolte, Stanley Tucci, Richard Jenkins, Chris Cooper e Julie Christie) per vivacizzare l'insieme. La stantia retorica ambientalista e anti-hollywoodiana, per lo meno negli intenti, non aiuta: le buone intenzioni non riescono a trovare un'adeguata confezione. Presentato fuori concorso alla 69ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Musiche di Cliff Martinez.