Sotto le foglie

Quand vient l'automne

Anno

Paese

Durata

102

Formato

Regista

Michelle (Hélène Vincent) è una donna anziana che vive sola nella campagna borgognona. Mentre sua figlia Valérie e il suo amato nipote Lucas stanno trascorrendo da lei alcuni giorni di vacanza, un incidente legato a un piatto di funghi velenosi rischia di far precipitare il rapporto già non idilliaco tra madre e figlia. L’amica di Michelle Marie-Claude e suo figlio Vincent cercano di aiutare la donna a ricucire la relazione con la figlia, ma un tragico evento ribalta la situazione.

Dalla frenetica Parigi degli anni Trenta, che faceva da sfondo al precedente Mon Crime, François Ozon si sposta nella più calma e rarefatta campagna della Borgogna per ambientare il suo nuovo polar rurale. Le due ingegnose e vivaci ragazze protagoniste di Mon Crime lasciano il posto a un altro affascinante personaggio femminile: un’anziana e dolce signora, che si trova costretta ad affrontare la vecchiaia senza il conforto dell’affetto familiare. Con Sotto le foglie Ozon si conferma capace di creare intensi ritratti femminili; così l’amorevole e misteriosa Michelle si aggiunge di diritto all’elenco delle grandi eroine che costellano la filmografia del regista francese. Al centro del suo ultimo lavoro, almeno inizialmente, c’è il difficile rapporto tra madre e figlia e l’inevitabile sofferenza provata da Michelle a causa della distanza (fisica ed emotiva) tra lei e Valérie. L’opera assume quindi i tratti del classico dramma familiare, ma all’improvviso cambia rotta e subentra una trama da film giallo, con qualche sporadico passaggio nella commedia nera: come già dimostrato più volte nel corso della sua carriera – fin dal 1998 con Sitcom - Ozon riesce a districarsi con naturalezza tra generi e registri stilistici differenti, mescolando le carte e giocando con le aspettative dello spettatore. La trama gialla avrebbe probabilmente necessitato di un maggiore sviluppo per risultare più avvincente, ma è comunque propedeutica a far emergere alcuni tratti del carattere di Michelle e del suo passato misterioso. L’introspezione psicologica di questo personaggio, ben scritto e impreziosito dall’ottima prova di  Hélène Vincent, rappresenta senza dubbio il punto di maggior forza di un'opera elegante, forse imperfetta, ma ricchissima di fascino e suggestioni.
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