In seguito alla morte per overdose del compagno Louis (Melvil Poupaud), la tossicomane Mousse (Isabelle Carré), in stato interessante, si rifugia occasionalmente in una villa sul mare. L'arrivo del fratello omosessuale di Louis, Paul (Louis-Ronan Choisy), sconvolgerà la sua già claudicante esistenza.

Nonostante i difetti – Ozon è un maestro impareggiabile nel creare un cinema che sia irritante e al contempo estremamente ricattatorio – Il rifugio è un film sentito e intenso, soprattutto dal suo autore. Il regista approfitta infatti della reale attesa della sua brava protagonista per intessere un discorso preciso – e aderente alla sua idea di cinema, tra trasgressione e abbracci – sulla gravidanza e le sue sensazioni, corporee e mentali. Non mancano, al solito, evidenti strizzate d'occhio a contesti queer che, tuttavia, non fiaccano più di tanto il discreto risultato finale. Con maggiori consapevolezze e meno ingenuità, tuttavia, Ozon avrebbe potuto trarre un gran film da questa materia di base ricca di spunti. Esordio cinematografico di Louis-Ronan Choisy, anche autore della colonna sonora.
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