Swimming Pool

Sarah (Charlotte Rampling), giallista britannica, si rifugia in una villa con piscina in Provenza, di proprietà del suo editore (Charles Dance). Qui, pensando di trovar pace per la stesura di un nuovo romanzo, viene disturbata dall'arrivo della figlia dell'editore, la disinibita Julie (Ludivine Sagnier). La frattura iniziale tra le due, tuttavia, è pronta a diventare altro.

Il titolo del film ricalca in maniera pop, anglofona e abbastanza evidente quello de La piscina di Jacques Deray, del 1969, con lapalissiane analogie anche nella trama. Il film di Ozon, però, si spinge anche più audacemente (e non è sempre un bene), allestendo una messinscena filmica contorta e compiaciuta, che gioca con meccanismi di finzione e strutturalismo, senza dimenticare tessiture erotico-saffiche che attraversano, implacabili, gli animi della protagonista e della sua scollacciata co-inquilina. Rampling e Sagnier sono corpi pulsanti, credibili, nervosi; e il film è forse il più indisponente del suo autore. Eppure è anche un'opera cosciente dei propri limiti e parimenti delle proprie ambizioni, sprezzante e ricercata: elementi significativi e difficilmente trascurabili. In concorso al 56° Festival di Cannes.