Totò, Peppino e i fuorilegge
Durata
104
Formato
Regista
Antonio (Totò) con la complicità dell'amico barbiere (Peppino De Filippo) progetta un finto rapimento con riscatto per spillare soldi all'avara moglie (Titina De Filippo). Il colpo riesce e i due si danno ai bagordi a Roma, ma la moglie scoprirà di essere raggirata e Antonio sarà poi veramente sequestrato.
Il film ripropone regista, cast e un titolo molto simile (inizialmente sarebbe dovuto essere Totò a peso d'oro) a quello di Totò, Peppino e la... malafemmina (1956), che ebbe un enorme successo al botteghino. Quella che è a tutti gli effetti una manovra commerciale, nelle mani dei due comici di razza, spalleggiati dal fido Mastrocinque e con l'aggiunta di un'irresistibile e arcigna Titina De Filippo, diventa però un buon film, solo di poco inferiore al "titolo gemello". Non è un caso che gli unici momenti in cui il ritmo cala (mantenendosi comunque su livelli egregi) sono le scene in cui Peppino è assente e quelle in cui Interlenghi e la Gray sono protagonisti con le loro scaramucce amorose. Per il resto è un prodotto divertente, funzionale e ben curato. Nella banda del Torchio si riconosce, oltre all'immancabile Mario Castellani, Lamberto Maggiorani, protagonista, qualche anno prima, di Ladri di biciclette (1948). Il film fruttò a Peppino il Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista.
Il film ripropone regista, cast e un titolo molto simile (inizialmente sarebbe dovuto essere Totò a peso d'oro) a quello di Totò, Peppino e la... malafemmina (1956), che ebbe un enorme successo al botteghino. Quella che è a tutti gli effetti una manovra commerciale, nelle mani dei due comici di razza, spalleggiati dal fido Mastrocinque e con l'aggiunta di un'irresistibile e arcigna Titina De Filippo, diventa però un buon film, solo di poco inferiore al "titolo gemello". Non è un caso che gli unici momenti in cui il ritmo cala (mantenendosi comunque su livelli egregi) sono le scene in cui Peppino è assente e quelle in cui Interlenghi e la Gray sono protagonisti con le loro scaramucce amorose. Per il resto è un prodotto divertente, funzionale e ben curato. Nella banda del Torchio si riconosce, oltre all'immancabile Mario Castellani, Lamberto Maggiorani, protagonista, qualche anno prima, di Ladri di biciclette (1948). Il film fruttò a Peppino il Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista.