Il fortunato vincitore di una lotteria (Alberto Bonucci) rifiuta il premio aziendale, una Fiat 600, perché a suo dire le automobili provocano una psicosi collettiva. I casi sono diversi: i coniugi Dino e Velia (Aroldo Tieri e Franca Valeri) sono alle prese con la nevrotica scelta tra vetture sempre più potenti; il maniacale Nino Borsetti (Nino Manfredi) è spaventato dal traffico; Achille Pestani (Luigi Pavese) si ritrova un cadavere in macchina; due ladri maldestri cercano di rubare una Fiat 500 (Ugo Tognazzi); Valentino (Walter Chiari) si dimentica le chiavi in macchina.

Come già accaduto in Domenica è sempre domenica (1958), Camillo Mastrocinque galoppa senza pudore l'attualità più spicciola, questa volta cercando di catturare il cambiamento epocale dei trasporti. Purtroppo però la sceneggiatura non esiste, in questo film composto più da sketch che da veri e propri episodi. Il migliore resta quello interpretato da Tognazzi, maestro nel reggere la scena anche nei casi più disperati. Ma neanche lui può bastare a rendere più interessante un prodotto tanto inutile quanto grossolano.
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