Gli abitanti di un paesino abbarbicato sulle colline di Orvieto, vivono tranquillamente durante la Seconda guerra mondiale. Da lì il conflitto non è mai passato, c'è solo un soldato tedesco (Heinrich Bode) a presidiare il borgo. La pace verrà presto spezzata quando la famiglia di zio Tigna (Aldo Fabrizi), contadino del posto, incontrerà casualmente nei boschi due soldati americani fuggiti da un campo di prigionia.

Seppur non considerato un film neorealista, Vivere in pace è l'incarnazione perfetta della transizione in atto nel cinema italiano del periodo. La pellicola si pone esattamente (anche nella struttura) a metà tra commedia rosa e dramma di guerra: la prima parte, giocata sui sentimenti contrastanti che la giovane Silvia (Mirella Monti) prova per il bel soldato americano Ronald (Gar Moore), lascia spazio al terrore provocato dall'arrivo dei nazisti. La figura conduttrice è quella del pacioso Aldo Fabrizi, bravissimo nel cambiar registro senza alcuno sforzo. Purtroppo però, l'eccessiva retorica dei dialoghi e l'indecisione di Zampa nel puntare dritto su un genere, rendono l'opera incompleta e poco ficcante. Resta, in ogni caso, un bel ritratto delle realtà rurali durante la guerra.
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